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De Laurentiis su Napoli-Juve: “Sfida tra regine, tanti dubbi nella passata stagione”

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha parlato del suo Napoli, e ha anche colto l’occasione per lanciare qualche frecciatina all’indirizzo della Juventus, eterna rivale del Napoli che incontrerà proprio domani al San Paolo.

De Laurentiis ha iniziato parlando del tecnico azzurro Carlo Ancelotti:

“Ancelotti qui per sempre? Mi farebbe il regalo più bello della mia vita, finora non mi ha spinto verso calciatori di una certa età già super-affermati. Sono arrivati calciatori di assoluto livello: alcuni già fatti, altri scoperti e lanciati da noi fino all’esplosione internazionale”.

“Ma quante centinaia di milioni di dollari ho perso in questi 15 anni? Fino a quando non mi stancherò, porterò con i miei figli questa squadra dove merita di stare. Siamo stati protagonisti e vogliamo rimanere tali, il futuro deve essere del Napoli. E prima o poi ci toglieremo anche la soddisfazione dello scudetto, promette il presidente.

Un commento su Icardi:

“Certe cotte hanno un loro momento. Da ragazzi è successo a tutti, senti pulsare il cuore d’estate poi torni a scuola, rivedi quella compagna di classe, e ci sorridi su. In questo, difficile si riproducano sentimenti e situazioni. Non facciamo collezioni di numeri 9. Abbiamo abbassato l’età media e continuiamo su questa nostra filosofia che ci ha portati a Meret e a Fabian Ruiz, tanto per fare due nomi. Ma anche Malcuit, che si sta imponendo: quanti avrebbero pensato che sarebbe diventato così funzionale? Milik e Zielinski fanno parte della famiglia. E a meno che qualcuno di noi non si innamori di altro, immagino che siano dei nostri anche in futuro e per lungo tempo. Lozano e Fornals mi piacciono, ma questo non basta. Ogni anno entrano nuovi attori, che mesi prima non godevano di attenzione: noi stiamo al gioco, anche se adesso le figure dei procuratori rendono più complicate situazioni apparentemente semplici“.

Il presidente passa poi a commentare l’attesa sfida tra Napoli e Juventus in programma domani sera al San Paolo:

“È la sfida delle sfide ormai da dieci anni. Entrambi siamo riusciti a rianimarci dopo gli sconquassi del passato: il fallimento per noi e Calciopoli per loro. Siamo due regine

europee da fare anche invidia ad altre nazioni, ci piacerebbe poter ospitare in un contesto più italiano e meno discriminante”.

De Laurentiis prosegue con una nota polemica:

“Non posso non notare la diversità di trattamento dell’Osservatorio che, con leggerezza, permette agli juventini di venire a Napoli, invece all’andata era stato vietato ai nostri tifosi di andare a Torino”.

“Sarebbe bello poter far vivere questa nottata a chi vorrà esserci in uno stadio bello come lo è quello della Juventus. A breve firmeremo una convenzione con il Comune per il prossimo decennio e dopo le tanto attese Universiadi cominceremo, mi auguro, a ragionare su un impianto all’altezza di una squadra che da quando è rinata ha dimostrato sempre di volersi migliorare e di puntare in alto”.

De Laurentii prosegue:

“Lo scudetto perso l’anno scorso? Le ferite, quando sono profonde, restano nell’anima e non nella carne. E quella è aperta e lo resterà per un po’, penso. Che gatta ci covi, sulla conduzione dei campionati, è un sospetto di parecchi, mica il mio. E che ciò sia un male comune diffuso in altri tornei, è un fatto. Però vorrei fosse chiaro un aspetto: il Var è stato istituito per evitare errori arbitrali. E se non viene usato con coscienza, pensar male è inevitabile. E di dubbi ne ho avuti tanti nella passata stagione“.

Un ultimo commento su Massimiliano Allegri:

“Quando lo chiamai, era ancora impegnato. E quando si liberò, io avevo già stretto la mano a Benitez. Però chapeau per tutto quello che ha saputo fare, per i trofei vinti, per la capacità di essere sempre padrone delle varie situazioni. Non so se abbia qualcosa in comune con Carlo, certamente sono diversi nella loro espressione calcistica: con Ancelotti ci si diverte di più, mentre Allegri mi pare abbia l’ossessione del risultato“.

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