Gennaro Gattuso parla ancora una volta di Higuain.
L’occasione è la conferenza stampa per la presentazione della partita Milan-Napoli.
Questa volta lo fa per spiegare come mai il centravanti argentino abbia deciso di lasciare così frettolosamente il Milan. Per Ringhio le cause sono tre, ma dalle sue parole sembra di capire che quella determinate sia stata una: quella legata al contratto.
L’allenatore rossonero parte da ‘si poteva dare di più‘: “Poteva dare di più e anche noi come staff potevamo metterlo in condizioni migliori per esprimersi“.
Evidentemente hanno dato tutti meno del necessario. Veniamo alle tre cause.
La prima, secondo Gattuso, è da addebitare al massacro mediatico patito da Higuain: “Nei momenti in cui non riusciva a segnare con continuità i giornali parlavano solo di lui e titolavano solo di lui. E’ normale che un giocatore del suo livello fosse messo sotto gli occhi dei media e fosse un po’ massacrato. Ha sofferto quest’aspetto qua“.
La seconda è dovuta alla questione contratto: “Gli è scattato in testa qualcosa quando ha capito che poteva non essere riscattato se non arrivavamo quarti, ma la clausola c’era già alla firma del contratto
“.La terza, la disastrosa partita contro la Juventus: “La partita con la Juventus gli ha lasciato qualcosa addosso, qualche strascico“.
Ma lo spettacolo continua e bisogna necessariamente andare avanti.
Niente di meglio quindi che presentare proprio colui che sostituirà il centravanti argentino: Piatek. “Sembra Robocop – dice Gattuso -, parla poco, non si perde in chiacchiere. Ha grande forza fisica, gli piace attaccare la profondità. È arrivato con grande entusiasmo, è rimasto sorpreso dall’accoglienza di compagni e staff. Ci potrà dare una grande mano. Ha tanta voglia“.
Archiviato il passaggio di consegne fra i due centravanti, Ringhio si può rilassare parlando del suo mentore, quasi un padre, Carlo Ancelotti, ora allenatore del Napoli: “Carlo non si può imitare, si rischia di fare tanti danni. Non si può fare copia-incolla del suo modo di gestire lo spogliatoio, lo si può fare solo con qualche accorgimento tattico. Ne ho passate tante con lui, a tratti ci comportavamo come padre e figlio. Tante volte mi arrabbiavo, perché mi faceva giocare quarto centrocampista di destra, ma mi convinceva. Tanto di quello che ho fatto è merito suo“.