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Moggi, auguri dopo la visita alla Juventus: “sempre creato squadre competitive”

Parla Luciano Moggi.

Dopo il polverone seguito alla sua visita alla Continassa, Moggi si leva qualche sassolino dalla scarpa.

E lo fa come di consueto dalle pagine di Libero quotidiano. Ecco le sue parole che non lasceranno certamente contenti i suoi detrattori.

“In primis, devo confessarvi una debolezza” esordisce Luciano Moggi.

“Morivo dal desiderio di incontrarmi con alcuni giocatori che hanno condiviso con me gioie e dolori: Chiellini, per fare un nome, capitano della Juve”.

L’ex Dg bianconero è un fiume in piena: Non avevo dubbi sul fatto che la mia visita alla Continassa potesse suscitare un vespaio, come se fosse la prima volta, al pari dei tanti tifosi che sostano ogni giorno fuori dal campo. Proprio per questo, visto che mi è stato chiesto, ho fatto pubblicare alcune foto dell’incontro”.

“Ed è stato un tripudio di gioia per i sostenitori bianconeri, che ringrazio” aggiunge Moggi.

Poi l’ex dirigente riserva un pensiero durissimo ai suoi avversari:
“Mentre tra le frange avversarie si è distinto uno pseudo opinionista di Radio Radio, che mi ha definito addirittura un criminale di guerra. Ne ho provato un gran dispiacere, anche perché il mio casellario giudiziario non riporta condanne, e non so se quello di questo signore ne sia altrettanto esente. Lo vedremo in Tribunale, mentre lo anticipo sulla prescrizione di Calciopoli, scaturita da due ricusazioni al Presidente di quella Corte stessa e non volute dai miei difensori (chissà perché!)”.

“L’unica mia colpa è stata di aver sempre creato squadre competitive e di aver vinto tanto:

e in Italia si sa, chi emerge è combattuto, meglio la mediocrità. Non fa niente se dopo di noi la Nazionale è stata eliminata due volte al primo turno dei Mondiali e per la Russia non si è neanche qualificata”.

“Purtroppo alla Continassa non c’erano più Trezeguet, Vieira, Montero, Camoranesi, Zidane, Emerson, Cannavaro, Ferrara, Thuram, Del Piero, Ibra e Buffon. Ci sono ancora però Nedved e Pessotto come dirigenti: a tutti loro i miei auguri e che Dio li protegga da un mondo che, per questioni di rivalità, vorrebbe uccidere i forti, coloro che in campo e fuori sanno dare una loro impronta”.

Parole forti quelle di Luciano Moggi che continua:

“Che poi sono in gran parte coloro che hanno dato vita, nel 2006, alla finale Francia-Italia, che dette il Mondiale agli azzurri. Tutti giocatori che ho portato in bianconero e ne vado fiero. Un grande augurio anche ai miei mister di quel tempo: a Capello che ha vinto tanto ovunque come Lippi, oggi ct della Cina e, per finire, Ancelotti vittorioso in Italia, Inghilterra, Spagna, Francia e ora valido mister del Napoli”.

L’ex dirigente ha poi messo in evidenza un dato inconfutabile che marca ancora una volta la differenza tra la società bianconera ed il resto delle squadre di serie A:

“Tre soli allenatori in 12 anni di vittorie,mentre certi maestri della contestazione ne hanno cambiati 22 nello stesso periodo”.

Fonte: Libero quotidiano.it

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