Intervistato da La Stampa, Claudio Marchisio parla della sua ex squadra e dei suoi nuovi progetti
L’ex centrocampista della Juventus, oggi veste la maglia dello Zenit San Pietroburgo, e di questo suo nuovo impegno dice:
“Sto bene, lo Zenit è una squadra ambiziosa con 100 anti di storia e ha dei tifosi da brividi che cantano dal primo all’ultimo pure quando si perde. A San Pietroburgo c’è una sola squadra e allo stadio c’è la città intera. Nei primi cinque minuti cantano sempre l’inno dei club e gli avversari ascoltano perché è un pezzo di Russia”.
Per Marchisio la squadra bianconera ha rappresentato un percorso importante nella sua carriera e ritornare sull’argomento è inevitabile.
La curiosità maggiore rimane sempre quella legata al suo addio alla Juventus, avvenuto la scorsa estate.
Sull’argomento dice: “Era il momento. Dopo tanti anni a Torino avevo dato tutto. Trovare ogni stagione nuova linfa, nello stesso ambiente, con le stesse persone è dura. Migliorarsi con costanza in una sola società è complicato, per questo chi riesce si chiama bandiera. Le polemiche sulla mia tenuta fisica? Qualsiasi polemica ci sia stata è davvero superata”.
Un parere generale poi sulla Serie A italiana, vista da un ex all’estero:
“La serie A da qui è meglio di come ce la raccontiamo, facciamo le vittime, ma l’evoluzione è enorme e va oltre il fattore Ronaldo. Il Napoli
è cresciuto, la Roma ha dato prova di carattere nonostante l’andamento alterno, l’Inter cerca continuità. Le rivali crescono solo che la Juve è avanti di tanti anni. Lo stadio di proprietà, il marchio che parla al mondo… quella J è come l’incastro delle lettere sul cappellino dei New York Yankees. Per quel livello ci vuole tempo e soprattutto servono idee. La Juve quest’anno ha la consapevolezza di poter vincere la Champions“.Non avrebbe nemmeno un briciolo di rammarico se lo vincessero proprio ora?
“Forse per un secondo mi dispiacerà, ma io sono juventino. Sono stato su in curva, poi giù in campo ora sono tornato su in tribuna e ho vinto così tanto con quella maglia che non può esistere un rimpianto”.
E circa i suoi nuovi progetti, rivela:
“Sono molto legato al mio Paese, proprio per questo, in un momento dove emergere è difficilissimo, ho voluto lanciare una start-up: cerco progetti da sostenere, so che ci sono persone brillanti che hanno solo bisogno di una possibilità”.
Il Principino conclude: “Ho lanciato l’offerta via social e scoperto che i giovani non si fidano più di quel che circola lì, sono diffidenti. Giustamente le proposte viaggiano poi su canali diretti. A fine stagione valuterò le idee più interessanti e mi impegno a promuoverle, magari qualcuno darà soluzioni per l’ambiente, tema che mi è caro”.